STRATEGIE

Serve ancora un sito aziendale nel 2025?

Ecosistema digitale interconnesso - sito web, social media e SEO per strategia aziendale

“Tanto ho Instagram.” “I clienti arrivano dal passaparola.” “Il sito costa troppo.”

Se ti riconosci in queste frasi, ti capisco. Negli ultimi due anni il panorama digitale è cambiato radicalmente, e per certi versi hai ragione ad avere dei dubbi.

Google risponde senza farti cliccare su nessun sito. ChatGPT è diventato il consulente che tutti interpellano prima di decidere. Il passaparola viaggia su WhatsApp. I post dei canali social finiscono nei risultati di ricerca.

A prima vista, sembra che il sito web non serva più.

Eppure le aziende con un sito curato, veloce e strategico continuano a crescere. Perché?

Non è diminuita l’importanza del sito web: è cambiato il suo ruolo. Non è morto come molti pensano, ma la sua funzione si è semplicemente evoluta, diventando parte di un ecosistema più grande. E ti spiego meglio qui in questo articolo.

Non basta avere un canale social

Sono quasi sicura che tutte le attività hanno un canale social su cui pubblicano qualcosina.
Lo facciamo tutti perché i social media sono straordinari. Lo dico senza ironia: Instagram, Facebook, LinkedIn creano curiosità, costruiscono fiducia iniziale, amplificano il passaparola digitale. Sono il luogo dove le persone ti scoprono, dove cominciano a conoscerti, interagiscono…e questo ci da una grande soddisfazione immediata.

Le persone là fuori che fruiscono dei nostri contenuti, di base hanno una grande paura di prendere decisioni sbagliate in un mercato così saturo di informazioni e offerte. Sono scettiche, diffidenti, percepiscono le tecniche di vendita forzate. Stanno attente a tutto.

Sentendo questo forte bisogno di essere rassicurate e di sentirsi connesse all’azienda in cui investiranno finiscono per seguirti sui social e tenerti sotto osservazione per diverso tempo.

E le aziende lo sanno!
Per alcuni settori questa attività social basta per iniziare a vendere subito. È nata così la convinzione che iniziare dal canale social è la scelta più facile da gestire, più immediata e soprattutto con un costo iniziale nullo rispetto a un sito web professionale.

Ma nel lungo periodo?

Conosco tanti professionisti che spendono migliaia di euro in video maker, social media manager e sponsorizzate. Ottengono visibilità, like e commenti. Ma quando chiedi “quanti clienti hai convertito?”, la risposta è sempre vaga.

Avere solo profili social non basta per costruire una presenza forte e competitiva.

Pensiamo all’esempio di un potenziale paziente che si affida solo a un profilo Instagram per scegliere un dietologo o un nutrizionista — una scelta che richiede fiducia, competenza e un impegno economico a lungo termine.

Quanto tempo impiegherà prima di prenotare? Il contenuto social crea curiosità e empatia, ma lascia aperte domande chiave: “Quanto costa?” “Quali sono le sue specializzazioni?” “Saprà risolvere il mio problema?” “Quali risultati ha ottenuto con casi simili al mio?”

Quanti reel deve vedere prima di avere le informazioni che gli servono?

Se quel professionista avesse un sito web ben fatto, con casi studio chiari, un metodo spiegato e un’area per prenotare la prima consulenza, non rafforzerebbe di più la fiducia e non porterebbe l’utente a convertire molto prima?

Assolutamente sì. I social creano la voglia; il sito web fornisce la sicurezza necessaria per vendere. E senza quella sicurezza, il cliente resta in una lunga fase di valutazione. Tu continui a creare contenuti, investire tempo e budget, mentre lui ancora “ci pensa”. Magari per mesi.

Il problema non è il social. È che manca il pezzo successivo del percorso.

Il sito web vetrina è morto

Appurato che i social da soli non bastano, dobbiamo capire come è cambiato il ruolo del sito web. Il sito “vetrina” come lo abbiamo sempre concepito è morto: quella brochure statica e lenta di una volta non funziona più. Il sito è passato da punto di partenza del viaggio del cliente al punto di arrivo e di conversione finale.

Il cliente che arriva sul tuo sito oggi è un cliente “caldo” e informato. Non cerca più di capire chi sei, ma cerca la conferma e il modo per agire subito.

Se il tuo sito è ancora una vetrina statica, perdi il cliente proprio nell’ultimo passaggio. Magari stai facendo un lavoro magnifico di costruzione della fiducia sui social, ma di base stai buttando via delle potenzialità nell’ultimo metro.

Quello di cui abbiamo bisogno è un ecosistema digitale

Ma attenzione: appurato che non bastano i social o il passaparola, non basta nemmeno avere solo un sito. Ognuno di questi strumenti gioca un ruolo diverso nel modo in cui le persone scoprono, valutano e scelgono un brand.

Secondo il report Digital 2025 – Brand Discovery di DataReportal, un utente medio scopre nuovi marchi attraverso quasi sei fonti diverse.

  • I motori di ricerca restano il primo punto di contatto (circa il 33%), seguiti da TV e passaparola
  • Ma i siti web aziendali sono ancora nella top 5 — con quasi il 26% delle persone che scoprono un brand proprio da lì
  • E la scoperta tramite social media è cresciuta di oltre 11% in due anni

Tradotto: nessun canale, da solo, basta più.


I nostri potenziali clienti non seguono un percorso lineare — si muovono tra motori di ricerca, consigli, social e contenuti, passando da un punto all’altro finché non trovano un segnale chiaro di fiducia.

Per questo a una azienda o professionista di oggi serve un ecosistema digitale coerente, dove tutto è collegato:

  • i social per creare curiosità e dialogo;
  • Google e AI per intercettare chi cerca soluzioni;
  • Il sito web come nodo centrale di autorevolezza per confermare, approfondire e convertire.

Quando uno di questi tre anelli manca, il percorso si interrompe.
E il cliente, invece di arrivare a te, si perde lungo la strada.


La sfida dell’intelligenza artificiale

C’è un altro tema che non possiamo ignorare: l’AI sta cambiando le regole del gioco. L’AI si è messa tra te e i tuoi potenziali clienti.

Pensa a come si comportano le persone oggi.
Prima di scegliere un professionista o un’azienda, sempre più spesso chiedono a ChatGPT, Google AI o Perplexity: “Chi è il miglior web designer ad Asti?” oppure “Quale web agency dovrei contattare per rifare il sito?”

E l’AI risponde. Fa nomi, dà consigli, orienta le scelte.

Il problema? L’AI non tratta tutti allo stesso modo

Quando genera una risposta, dà priorità e credibilità ai contenuti che provengono da siti web già autorevoli e ben posizionati. Siti aggiornati, veloci, con contenuti strutturati e chiari.

Se il tuo sito è un vecchio “sito vetrina” fermo al 2018, lento o poco curato, l’AI lo ignorerà completamente o lo tratterà come una fonte di scarso valore. E quando un potenziale cliente chiederà chi consigliare nel tuo settore, il tuo nome semplicemente non comparirà.

Ancora peggio: se il tuo sito non fornisce informazioni chiare, l’AI potrebbe generare risposte inesatte o incomplete su di te, dando invece spazio a competitor meglio strutturati.

Ecco perché curare la SEO oggi è ancora più importante: non solo per posizionarti su Google, ma perché le AI usano questi stessi segnali per decidere chi menzionare e chi ignorare.

Il sito web è l’unico strumento che controlli davvero

Riflettiamoci un momento.

Non puoi controllare totalmente i canali social per non sono tuoi. Non puoi impedire alle persone di cercarti su Google o di chiedere all’AI. Non puoi fermare il passaparola digitale.

Ma puoi controllare una cosa: il tuo sito web.


Il sito è l’unica dichiarazione pubblica, ufficiale e totalmente controllata che hai nel mondo digitale. È l’unico posto dove sei tu a decidere cosa raccontare, come raccontarlo e quale azione far compiere.

Quando l’AI scandaglia il web per rispondere a una domanda su di te, quando un cliente indeciso e cerca conferme finali, quando qualcuno vuole verificare se sei davvero affidabile andrà sempre sul sito e troverà quello che hai scritto.

Se quel contenuto è chiaro, aggiornato, autorevole, l’utente trova esattamente quello che cerca. La fiducia si consolida.

Se invece il sito è confuso, vecchio o inesistente, lo stai lasciando scappare e stai lasciando che siano altri a prendere i clienti al posto tuo.

Il tuo sito oggi non deve generare volume, ma qualità. È importante che sia ottimizzato non per avere tante visite casuali, ma per trasformare in clienti quelle preziose visite che riescono a superare le sue paure. Questo lo puoi fare solo con un sito web professionale e testi che creano fiducia.

Come dovrebbe essere un sito aziendale oggi

Adesso che abbiamo capito che il sito è diventato il nodo centrale della tua autorevolezza online, la domanda diventa: come deve essere fatto?

Serve un sito che lavora per te:

  • veloce: carica in meno di 3 secondi. Un sito lento perde clienti già convinti.
  • chiaro: risposte immediate alle domande cruciali. Cosa fai, per chi, come funziona, quanto costa.
  • connesso: integrato con tutti gli altri tuoi canali digitali (social, email, recensioni).
  • strategico: testi che parlano alle persone e le accompagnano naturalmente verso l’azione.

Un sito che, quando qualcuno ti cerca online, ti fa sembrare esattamente quello che sei: affidabile, professionale, presente.

La domanda non è più “Serve ancora un sito?”

La domanda è: “Il mio sito sta lavorando per me o contro di me?”

Portalo a funzionare a meglio

Se stai leggendo fino a qui, probabilmente sai già che qualcosa nel tuo sito non funziona come dovrebbe. O forse non ne hai ancora uno davvero professionale.

Il punto come abbiamo visto non è “averlo”. È farlo funzionare davvero.


Rifare il sito o iniziare a crearne uno così può cambiare le regole in gioco. Puoi costruire le basi solide per il futuro. In un mondo che cambia ogni giorno, la fiducia resta la valuta più preziosa. E un ecosistema curato è il modo più concreto per custodirla.

Ma ricorda: il sito rimane un tassello di una strategia multicanale più grande. Se vuoi competere oggi, è così che funziona.

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Elisa Serrau web designer freelance

Ciao, sono Elisa Serrau
Web Designer Freelance

Aiuto professionisti e piccole imprese a trasformare la loro presenza online in uno strumento di crescita. Creo siti web che uniscono design, contenuti e SEO per attrarre più clienti e raccontare la tua unicità. Gentilezza, ascolto e concretezza guidano ogni mio progetto.

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Elisa Serrau